lunedì 21 novembre 2016

"Sing Street " , di John Carney ( Irlanda, 2016 )

Cosa può fare un giovane irlandese quindicenne - nella Dublino della metà degli anni '80 che inizia a realizzare, con vent'anni di ritardo sul resto d' Europa, la rivoluzione economicosociale e quella dei costumi - per sfuggire ai pesanti condizionamenti dell'ambiente circostante ? Come riuscire a ritagliarsi un personale spazio di emancipazione che consenta di sognare un avvenire che non sia fatto solo di disoccupazione , asfittica vita familiare e prudente ossequio ai poteri costituiti ? La risposta ce la dà un piccolo film uscito da qualche giorno sui nostri schermi , costato poco perchè si affida saggiamente ad attori semiesordienti ed è stato girato senza molti mezzi, ma che è la vera e felicissima sorpresa di questo inizio di stagione.
Conan, il protagonista di questa storia, è angosciato da genitori in procinto di separarsi e quindi abbastanza assenti anche se apprensivi per l'educazione dei figli. Brava gente , per carità, ma - educati in una Irlanda ancora patriarcale ed immobile e quindi smarriti ed incerti agli albori delle grandi trasformazioni che stanno per investire la società locale - non molto preparati a fornire sostegno ad un adolescente timido ed inquieto . Mandato a studiare, in mancanza di adeguate risorse economiche, in una scuola religiosa non certo prestigiosa e che sembra avviarlo dritto dritto ad un futuro di marginalità e di frustrazioni, Conan anela di uscire da un mondo bigotto e conformistico, senza slanci e senza speranza di crescita. E poi egli è rimasto letteralmente folgorato, uscendo un giorno da scuola , dai rapinosi occhi e dalla ben proporzionata figuretta di Raphina, una ragazza di un anno più grande di lui, aspirante modella. Come fare, anche qui, per attirare la sua attenzione e sperare di farne la " sua " ragazza,dando così una lezione ai coetanei che lo giudicano una pappa molla , una mammoletta con la testa tra le nuvole ?
L'inizio del film è perfetto. I film sugli adolescenti, inseriti magari in contesti, come questo, poco propizi alla loro " liberazione ", sono tanti,si sa, come innumerevoli sono le opere di narrativa di cui sono protagonisti. Si pensi solo a quel capolavoro che è " Il giovane Holden ", il fortunato romanzo dell' americano Salinger. Qui il regista e sceneggiatore Carney ha la mano felicissima nel tratteggiare , con freschezza ed originalità, il personaggio e soprattutto nel dipingere l'ambiente che lo circonda . A parte i genitori di cui si è detto, una sorella ,un fratello " saggio " e strampalato al tempo stesso - l'unica persona in cui Conan può trovare un pò di ascolto - il sacerdote che dirige la scuola con disincantata e brutale fermezza, i compagni " al duolo " e qualche loro familiare. Tutto un microcosmo descritto con sensibilità, umorismo e senso della misura, lontano da quel deleterio bozzettismo che infesta tanto nostro cinema ( purtroppo ).Condotti quasi per mano dal bravissimo autore tra le speranze ed i timori del nostro giovane protagonista , ne seguiamo l'evoluzione con trepida partecipazione ed affettuosa indulgenza.
Al dunque. Conan, per uscire dalle secche di una esistenza che non lo soddisfa e stupire coloro che lo circondano, decide di costituire una " band ", a metà tra il rock melodico e quello duro, genere Duran Duran o Depeche Mode ( i gruppi, ricorderete, che andavano di moda a quei tempi ). Il problema è trovare gli altri componenti ( per sè egli si riserva il ruolo di cantante e di leader ). Ecco allora arrivare uno dopo l'altro , tra i compagni di scuola ed i ragazzi del quartiere , un dotatissimo e mite chitarrista, un batterista "afro" ( vera primizia nella Dublino ancora monoetnica ) due o tre altri musicisti in erba e addirittura un ragazzetto intraprendente che si propone come " manager " del gruppo ( un simpaticissimo " pelo di carota " dal sorriso sbarazzino ). In omaggio ai primi e popolarissimi " videoclip " di quegli anni, la "band " filma addirittura con fantasiosa abilità l'esecuzione dei propri brani musicali. E la fascinosa Raphina si presta con condiscendenza a fare da interprete femminile delle visionarie riprese dirette da Conan...
Non mi inoltrerò oltre nella vicenda perchè mi pare giusto- tanto questa è appassionante e ben narrata da Carney - che la scopriate andando a vedere il film. E vi divertiate e vi commuoviate ( sì, è la parola giusta ) seguendo le peripezie del giovane Conan , della sua famiglia , dei suoi amici , della misteriosa Raphina, di tutto un piccolo mondo che ha le sue caratteristiche particolari ma che poi, alla fin fine, ci riporta ai nostri ricordi, alle nostre stesse esperienze . Magari non abbiamo costituito un gruppo musicale,nè ci siamo innamorati di una modella, ma tutti - credo - ci siamo sentiti qualche volta incompresi e respinti da un mondo che sembrava non fosse fatto per noi. Ed abbiamo sognato di evadere, di veleggiare verso orizzonti più affascinanti, di diventare famosi o semplicemente di conseguire l'oggetto dei nostri desideri. L'adolescenza , la giovinezza. Passaggi - chiave, momenti cruciali della esistenza di ognuno.Al cinema, schermo dei nostri sogni,passaggi e momenti particolarmente cari e spunto di tanti bellissimi film.
Non so se " bellissimo " si possa definire anche questo " Sing Street". Il superlativo è particolarmente impegnativo e poi , qui, non aggiungerebbe molto. Si tratta, senza ombra di dubbio, di un'operina che non è pretenziosa, non ha la pretesa di dire qualcosa di definitivo sull'adolescenza nè sulla rivolta contro un ambiente repressivo. Non ne ha la pretesa perchè la sua " cifra " è diversa, più elegiaco-sentimentale che politico-ideologica. Ma non è detto che questo " piccolo " film non raggiunga egualmente le nostre coscienze, e non parli egualmente al nostro senso estetico. Solido nella sceneggiatura, intelligente ed abile nelle inquadrature, interpretato magnificamente dai giovani interpreti ( per l'attrice che interpreta Raphina pronostico facilmente un brillante avvenire ) si esce dalla sala sereni e contenti di avere partecipato, per poco più di cento minuti, ad una " emozione circolare" quale è il film ( e lo spettacolo in genere ), vero dialogo paritario tra gli autori e gli spettatori, tra ciò che viene proposto dagli uni con la loro arte e ciò che viene accolto dalla sensibilità e dalla comprensione degli altri. E " Sing Street " raggiunge, secondo me, la piena fusione tra la capacità artistica dell'autore e quel leggero, delicato sentimento che è la nostra fuggevole emozione

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