domenica 1 dicembre 2019

"UN GIORNO DI PIOGGIA A NEW YORK" di Woody Allen ( USA, 2018 )

" A rainy day in New York ", l'ultima fatica di quello straordinario uomo di cinema che risponde al nome di Woody Allen, è apportatore di bellissime sorprese. Innanzitutto, il fatto di poter vedere il film e trarne tutta la gioia che esso può offrire è  una sorpresa già di per sè. Girato durante l'autunno 2017 nella stessa New York in cui è ambientato, il film è stato vittima  delle disavventure di Woody, incappato nel frattempo nel furente ostracismo dichiaratogli dagli ambienti artistici e giornalistici insufflati dalla campagna del "metoo " contro i supposti " predatori sessuali " ( la stessa di cui parlavamo la settimana scorsa a proposito di Polanski ). Il regista, di conseguenza, ha avuto molti problemi nel portarlo a termine e , quel che più conta, non ha trovato negli USA distributori ed esercenti disposti a consentirne la programmazione. Se non fosse stato per quelli europei che ne hanno acquistato i diritti e , da settembre di quest'anno cioè quasi due anni dopo, lo stanno immettendo nei loro circuiti commerciali, il film sarebbe rimasto probabilmente  inaccessibile  anche al grande pubblico del vecchio continente e avrebbe rischiato, dopo l'oblio, addirittura la distruzione. Seconda buona sorpresa : Allen, dopo due film ( " Café Society " e " La ruota delle meraviglie " ) piuttosto pessimisti e con un gran sapore di amaro nel rispettivo epilogo, è tornato a sorridere e ad assumere una visione della vita meno tragica, più aperta verso quella possibilità di redenzione che ci è offerta dalla bellezza delle cose che ci circondano, dalla capacità di amare, dalla continua tensione verso la realizzazione delle nostre aspirazioni. Sarà merito , probabilmente, di una storia di giovani - anzi di giovanissimi , poco più che ventenni - che è  al centro di questa piovosa, romantica ed ispiratrice giornata di pioggia newyorchese. Fatto sta che siamo tornati alle atmosfere più serene e brillanti, pur sempre vagamente malinconiche,  in cui si è esercitata con risultati assai soddisfacenti negli anni la vena ora caustica ora più elegiaca del regista.  Da " Annie Hall " a "Midnight in Paris ", passando per quell'autentico capolavoro nel genere che è " Hannah e le sue sorelle ".

Terza ed ultima sorpresa. Questa volta non si potrà dire, quasi per liquidare con sufficienza l'intero opus di questo prolifico autore, " è il solito Woody Allen", giunto nel frattempo al suo quarantottesimo film in cinquant'anni. Il film, infatti, segna una svolta, non solo nella trama e nell'atmosfera, rispetto al recente passato. Rappresenta un ritorno anche ad un particolare modo di costruire e di girare un film.  Più fresco, sottile, diremmo quasi " tradizionale" , senza tentativi di  stupire lo spettatore con l'arditezza delle inquadrature o i movimenti di macchina. Woody è ormai un maestro di cinema e può permettersi il lusso di darci un film semplice nello sviluppo narrativo, armonioso ed equilibrato, senza ostentati pezzi di bravura. "Classico", verrebbe fatto di dire. E, nello stesso tempo, vivace e  scoppiettante, sulla scia della commedia americana di un tempo. La prossima volta che andrò a vederlo ( tutti i suoi film meritano un immediato ritorno per assaporarne meglio sia il dialogo  sia determinati " gag " visivi ) mi dovrei portare un taccuino per appuntarmi almeno alcune di  quelle fulminanti battute che ci ricordano come Allen, prima di fare del cinema come attore e poi come regista, fosse un eccezionale " entertainer " teatrale, autentico giocoliere della parola, capace di incantare il pubblico con i suoi monologhi surreali.  Seguendo la lineare vicenda di una giornata -piovosa per l'appunto - trascorsa a Manhattan dal protagonista , Gatsby ( quasi un nome e un programma ) e dalla sua ragazza, Ashleigh ,  danarosi studenti in un oscuro "college" dell' " Upper New York State ", desiderosi di concedersi una vacanza nella " grande mela " ma inconsapevoli delle straordinarie avventure cui andranno incontro, Allen ci regala un film quasi " rohmeriano "  nel suo significato : non sempre, anzi quasi mai, i nostri  assunti programmatici corrispondono alle nostre più autentiche aspirazioni ed il caso ( forse il fato ) si incarica di farci puntualmente deviare dai nostri buoni, o cattivi, propositi. E dei film di Rohmer questo " Rainy day " ha anche la levità e la levigatezza degli snodi narrativi, delle situazioni in cui i personaggi assumono decisioni, quasi sempre sbagliate, ma che li conducono  verso un obiettivo che essi, forse, nemmeno sospettavano.

Se è vero che il buon cinema incorpora necessariamente una chiara visione morale ( etica, non moralistica ) e, insieme, un'altrettanto riconoscibile visione estetica, quest'ultimo film di Woody Allen  è senz'altro buonissimo. Del suo significato, della concezione della vita che da esso traspare, coerentemente sviluppata con unità di tono e dominio assoluto della vicenda, si è detto. Del  modo di concepire il cinema si è anche accennato. Basterà aggiungere che, per confermare la sua fiducia nella bellezza, nella superiore felicità che danno le inquadrature, fisse o meno, quando contengono quasi per magia le informazioni essenziali per comprendere l'evoluzione della vicenda che viene raccontata sullo schermo, Woody anche questa volta non ha lesinato sforzi. A ottantatrè anni si è sobbarcato la fatica di un film dove tutto è controllato, diremmo, fino all'ultima virgola, senza improvvisazioni e  con una impressione finale di grande, meritoria armonia complessiva. Dal film ( novanta minuti intensi, senza il più piccolo cedimento alla noia ) emerge una passione estetica profonda, quella che - si intuisce facilmente - per il regista non è solo "mestiere ", ma un'autentica scelta esistenziale. Così, in questo continuo omaggio per la bellezza - uno dei grandi doni che può regalarci la vita - attraverso il quale si snoda l'intero film, gran merito va in primo luogo all'interpretazione . Belli, giovani e indubbiamente simpatici,  sono difatti i tre protagonisti . Thimotée  Chalamet (Gatsby )  ci dà qui una interpretazione più convincente che in " Chiamami col tuo nome ",  quale riconoscibile " double " dell'autore da giovane ( più in soldi e...più fisicamente attraente ). Elle Fanning (Ashleigh ) è semplicemente strepitosa per bravura e di aspetto più che gradevole, come del resto Selena Gomez (Shannon ). In gran forma, poi,  gli abituali  responsabili negli ultimi film di Allen per la scenografia , i costumi, la musica. Su tutti il grande direttore della fotografia Vittorio Storaro che offre qui una delle sue prove migliori nel renderci una New York autunnale  così struggente e luminosa come non l'avevamo mai vista. Da andare di corsa a degustarlo , se ancora ci vogliamo un pò di bene.


Veuillez trouver ci-dessous, s.v.p., un court commentaire de ce film en francais :

Le dernier arrivage de Woody Allen est une très bonne surprise ! " Un jour de pluie à New York " rénoue en effet avec ce qu'il y a de mieux dans l'oeuvre de ce formidable metteur en scène, à partir de " Annie Hall " jusqu'à " Midnight in Paris ", en passant par " Hannah et ses soeurs". Du moins dans ce genre de la comédie que l'auteur cultive en meme temps que celui , plus dramatique et subtilement désespéré, de ses oeuvres majeures ( "  Crimes and misdemeanors", " Match Point ", "Wonder wheel " ). Cette fois-ci nous voilà aux prises avec deux jeunes étudiants, lui c'est Gatsby et elle  Ashleigh , qui désirent passer une belle journée à New York. Il pleut en ville, hélas !, mais les rencontres qu'il vont faire séparément, c'est encore plus bizarre et vont emmener le couple vers ...une issue de sécours décidée sans doute par le hasard ( si non la nécessité que leur véritable destin s'accomplisse ). Vif, pétillant , plein de répliques époustouflantes, le film est magnifique de par sa justesse de ton et les situations toujours droles  qui font avancer l'histoire. Allen aime la beauté. Son film est riche en très jolies choses, à commencer par l'intérprétation de tous les acteurs ( Elle Fanning un cran au dessus ) la photographie de l'immense Vittorio Storaro, la musique toujours émouvante, le décors newyorkais à couper le souffle. A voir absolument.


Please find here a short commentary in english on this film :

" A rainy day in New York " is the most recent film by Woody Allen, coming now to Europe. Shot almost two years ago,in the meantime it has not been shown to the american public . The reason should be found in  the sudden " furore " surrounding the personality of the author, suspected of " sexual  predatory behaviour "by the feminist movement " metoo ". Without prejudice for such an  accusation  (yet to be proved  ) this is a great film and it is shameful not  allowing it to be seen by everybody ! The story is very simple as a starting point. Two well-off, slightly unsatisfied young students from a minor league college in Upper State N. Y. plan to spend a weekend in New York City for sight- seeing and some interwiew to a movie director to be published on the college magazine. The two are a couple, the boy called Gatsby ( any reference is not accidental... ) and the girl Ashleigh ( as they write it in Park Lane instead of the more common spelling " Ashley ", one character says... ). The people they shall meet in town and the uncommon situations they shall go into are going to determine their future or not, this is the question. Witty, full of life, confident, in a way, about our common destiny as mankind, this is a film so different from other, darker or frankly desperate, by the same author. Well interpreted ( Elle Fanning is so funny and moving ) beautifully shot, its main asset is in the title : a rainy day, perfect for romance and meditating, plus  a smashing town like New York in fall. The ingredients are there and the cook, Woody himself, this time is in great shape ! To be seen without any delay !




4 commenti:

  1. Grazie per questa bellissima recensione, caro Ambasciatore! Correrei davvero subito a vedere il film, se lo proiettassero anche qui a Budapest (spero succeda presto!). Il grande Woody è per me uno dei "cantori di una città" (come Bassani per la sua Ferrara, ad es.); in tutti i suoi film la vera e unica protagonista è la sua magica città e questo li rende così unici e struggenti, anche attraverso la sua unicissima lente dell'ironia.
    Grazie ancora a Lei, per averci offerto questa lettura così calzante di questo geniale cineasta! Laura Cannella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie cara Laura ! Spero davvero che il film sia proiettato presto anche a Budapest ! Molto giusta la Sua osservazione : per Woody la dimensione ambientale (la sempiterna New York, ma anche la Londra di almeno quattro suoi film, la Parigi di " Midnight in Paris " ecc. ) è essenziale ed influisce sulle vicende dei suoi personaggi.

      Elimina
  2. Grazie per la recensione! Ho visto ieri il film, e con sommo piacere ho ritrovato in gran forma il nostro amato Allen! Un film piacevole, delicato, mi ha fatto tornare indietro nel tempo, una storia che a piccoli passi entra nella nostra mente e senza fare rumore descrive sentimenti, emozioni giovanili con grande maestria. La fotografia è splendida, ogni scena indimenticabile, l’incalzante pioggia che segna la storia e bagna anche i nostri pensieri!! Grande Allen!! Tornerei a rivederlo!! Grazie ancora ed a presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, cara amica, torni davvero a rivederlo presto. I film molto belli ( in questa stagione direi, fin qui, " La giovane età ", " L'ufficiale e la spia " e" Un giorno di pioggia a New York " ) andrebbero sempre visti una seconda volta per tre motivi.Primo, per raddoppiare il piacere che già ne abbiamo ricavato e ricevere conferma della loro particolare bellezza. Secondo, per gustare meglio qualche dettaglio o un particolare tema presente nel film e che desideriamo approfondire, liberi dall'emozione di vedere " come andrà a finire "( per il film di Allen potremmo ad esempio dedicarci, la seconda volta, a capire bene l'illuminazione, la fotografia ). Terzo, comprando un altro biglietto ( e magari rinunciando a vedere così un altro film più banale ) sosteniamo la causa del cinema d'autore, del cinema migliore, spesso quello che ha anche più problemi finanziari da risolvere perchè non è prodotto o distribuito dalle " major companies " e così favoriamo la produzione di altri buoni film .
      Un caro saluto e buona (ri)visione !

      Elimina