" Joker " ha vinto il Leone d'oro per il miglior film alla recente Mostra cinematografica di Venezia raccogliendo unanimi plausi da parte sia della critica che del pubblico. Proiettato da pochi giorni in America e in Italia, sta battendo tutti i record di incassi e si avvia ad una trionfale carriera commerciale. Poichè di questi tempi non è comune che un film metta tutti d'accordo, commentatori specializzati e semplici spettatori, vale la pena che si cerchi di andare un pò più a fondo nelle ragioni dello straordinario successo che sta salutando un'opera di grande pregio e che ha meritato di trionfare in un concorso dove pure non mancavano alternative sicuramente interessanti.
Lasciamo da parte la popolarità di cui godono, grazie ai " fumetti " e ad alcune pellicole accattivanti ma di diseguale valore, i personaggi delle avventure di Batman e , in particolare, il diabolico " Joker " dalla sinistra e compulsiva risata. Ciò può spiegare un certo seguito da parte del pubblico che ama un determinato tipo di cinema, lieto di ritrovare i propri beniamini in nuovi "sequel " o " prequel " delle vicende che già ha conosciuto. Ma non ci dà le vere ragioni del successo di questo film. Credo che esse vadano trovate invece nel non aver avuto timore, sceneggiatori e regista, di dare vita ad un prodotto che si inserisce senza complessi nel novero dei " blockbuster ", cioè dei film spettacolari che non lesinano sulle avventure, anche fantasiose, di personaggi ben tipicizzati (il buono spinto verso la cattiveria dalla incomprensione degli altri ) con quel tanto di emozioni, sorprese , violenza, battute fulminanti, un pizzico di irriverenza, che piacciono al pubblico meno smaliziato : e il cinema , beninteso , è sempre stato anche questo dalle origini ad oggi.
Ma qui c'è anche altro, tanto da poter distinguere nettamente il film vincitore a Venezia da quelli che, nella stessa " saga ", lo hanno preceduto e dagli altri consimili film " di azione " che vengono continuamente sfornati dal mercato. L''idea vincente, prima di tutto, è stata quella di ricorrere ad una storia " minimalista ", andando ad inventarsi le origini giovanili del personaggio " Joker "e facendo del criminale folle uno " sfigato ", un certo Arthur Fleck, povero, costretto a guadagnarsi da vivere con una piccola attività di clown da strapazzo, affetto da una grave nevrosi che lo porta ad improvvise risate senza senso, ma mite di indole, attaccato alla madre inferma. Moscerino senza alcuna importanza nella classica " Gotham " delle avventure dei "detective comics ", epitome delle metropoli di oggi prossime al collasso, il futuro joker può essere visto, poi, come la vittima di una società spietata, il simbolo di una umanità derisa, cui viene man mano negata ogni forma di assistenza dal malgoverno e dalla cupidigia dei potenti così come un poco di calore umano e di affetto da parte di un mondo arido e frettoloso. Tradito nelle sue speranze e nelle sue illusioni (diventare famoso partecipando ad uno dei tanti talk show televisivi ribaldi e paternalistici )ad Arthur non rimarrà che la rivolta e il crimine. Una conclusione, questa, in perfetta simbiosi con una città in progressivo, turbolento disfacimento, incapace di incanalare pacificamente la collera e la protesta di tutti gli " have not ",sempre più difficili da convincere che anche per essi, un giorno, come dice la canzone , pioveranno " pennies from heaven ".
Ora mi si potrà dire che l'inquadramento politico-sociale della vicenda non è poi così originale, avendolo visto in tanti altri film americani a sfondo anche più acre e drammatico. Ma qui , l'intelligenza del regista , Todd Philips, e degli sceneggiatori, è di aver tenuto in perfetto equilibrio vicenda privata del personaggio principale- con " in nuce " il suo istinto criminale - e dramma collettivo. La prima è certamente ampliata, resa ancora più evidente dal secondo. Ma non ne è mai schiacciata in un rapporto di causa ed effetto. Il " Joker " , è vero , è una raffigurazione della miseria dei nostri tempi, uno di noi nel senso che abbiamo ricordato prima. Ma rimane, ad ogni passo della sua traiettoria, anche un personaggio fantastico, una pura costruzione del nostro intelletto, capace di farci uscire per un momento dalle trite banalità del quotidiano, un rifugio nell'irrazionale così comune per quegli eterni fanciulli che torniamo ad essere quando andiamo al cinema e in sala si spengono le luci. Ed è in questo sagace, abilissimo " mix " di realtà e fantasia che il film sferra un colpo da maestro. Nè opera realistica nè pura evasione nel sogno, ma un pò una e un pò l'altra, "Joker " acquista una forza , una tensione interna che ne fanno un'esperienza intellettuale ed estetica di sicuro spessore. Se il cinema, è stato detto tante volte, deve essere "emozione ", qui ci siamo senz'altro. Se vogliamo anche riflettere e non fermarci alla superficie delle cose, c'è materia per farlo.
Merito degli sceneggiatori e del regista, abbiamo detto poc'anzi. Se lo " script ", il testo intorno al quale si costruisce un film (come un albero, per disporre tutti i rami e le foglie, ha bisogno del tronco) rappresenta almeno il 50% della sua maggiore o minore riuscita, qui molto è dovuto ad una sceneggiatura solida, ben calibrata, che tende a non strafare ma a darci tutti gli elementi narrativi, e solo quelli, di cui dobbiamo disporre. Todd Phillips, che ha anche diretto il film , non è nuovo nella scrittura di un film e qui si è avvalso della collaborazione di un ottimo professionista, Scott Silver, in predicato per l' Oscar nel 2012 con " The Fighter " e che con Joker potrebbe ora finalmente conseguirlo. Ma anche la regia dello stesso Phillips è assolutamente degna di lode. Conosciuto fin qui soprattutto per commediole leggere, come " The Hangover" ( In Italia " Una notte da leoni " ) questo regista dimostra di essere pienamente padrone del materiale a disposizione, secco ed incisivo nei momenti drammatici, sciolto e sinuoso in alcune emozionanti raffigurazioni della fatiscente "Gotham " (una riconoscibilissima New York anni '70, prima della cura Giuliani).
Ma una menzione a parte la merita l'interpretazione, ancora una volta eccellente, di Joaquim Phoenix nella parte del Joker. Questo attore ha ormai raggiunto una capacità di calarsi nei personaggi, anzi di farli propri e in un certo senso di ricrearli, da meritare riconoscimenti sempre più ampi. Non ci dimenticheremo tanto presto della sua sinistra, agghiacciante risata, autentico sigillo di una tragica condizione esistenziale e terribile monito per ognuno di noi.E un'ultima citazione, infine , al vecchio ed indomito Robert De Niro nei panni di Murray, il subdolo, condiscendente presentatore televisivo. Se Phillips lo ha voluto e lui ha accettato la parte è anche per rendere retrospettivamente omaggio a " Taxi Driver ",
il film che negli anni '70 dipinse meglio il degrado di New York e la rivolta di un altro "sfigato" di quei tempi.
Please find here a short commentary on the film in English:
Ma una menzione a parte la merita l'interpretazione, ancora una volta eccellente, di Joaquim Phoenix nella parte del Joker. Questo attore ha ormai raggiunto una capacità di calarsi nei personaggi, anzi di farli propri e in un certo senso di ricrearli, da meritare riconoscimenti sempre più ampi. Non ci dimenticheremo tanto presto della sua sinistra, agghiacciante risata, autentico sigillo di una tragica condizione esistenziale e terribile monito per ognuno di noi.E un'ultima citazione, infine , al vecchio ed indomito Robert De Niro nei panni di Murray, il subdolo, condiscendente presentatore televisivo. Se Phillips lo ha voluto e lui ha accettato la parte è anche per rendere retrospettivamente omaggio a " Taxi Driver ",
il film che negli anni '70 dipinse meglio il degrado di New York e la rivolta di un altro "sfigato" di quei tempi.
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Please find here a short commentary on the film in English:
I regard it as a very intelligent, well crafted mix of traditional elements of any good blockbuster : a strong main character- the " Joker " made popular by comics and films on Batman - the difficulties this character has to overcome to succeed, a tasty dialogue, a fair dose of action and violence, a bit of irreverence. Cleverly associated, in this case, with some more evident social and political scope. The Joker here is not only a lunatic who becomes a psichopatic criminal. He is the victim of our society, of the rising division between well-off and poor people, magnified by the lack of proper public policies for coping with inequality and discrimination. Like the disabled people, the dropouts, the shy or unhappy persons , all those that cannot seize the opportunities provided by our tough times, he suffers from the indifference, and sometimes the contempt, of his " square "neighbors. Suffering from the absence of warmth and tenderness by his fellow citizens of " Gotham ", the Joker cannot but grow wild and unsympathetic himself . His crazy, compulsive laughter sounds as the seal to a tragic existence and a sinister reminder for everybody.
Nevertheless, having read that, don't assume erroneously that the film might be a bit boring, unattractive or kind of biased by too easy anti-Trump or anti-Wall Street rhetoric. The story on wich it is built is good, solid stuff, developed in a clever and convincing way through a wellwritten script . " Joker " is also a truly , magnificent piece of cinematic art to watch. Full of action, nervous, with no " dead zones ", shot in a highly professional way, it conveys to the wiewers a sense of formally splendid plenitude. Having paid due tribute to the director and screenwriter Todd Phillips , so far more reputed for light comedies ( " The Hungover " ) but always perfectly in control of the movie, most of the credit goes to the extraordinary performance of Joaquim Phoenix. Quite impressive in his characterization of a young " Joker " at the beginning of his criminal record, Mr. Phoenix is abosolutely superb and worth of praise.
Veuillez trouver ici un court commentaire sur le film en francais:
" Joker " a gagné en septembre dernier, à la " Mostra " de Venise, le Lion d'or pour le meilleur film. Fort bien accueilli par le public en salle et considéré par la critique, pour une fois unanime, une oeuvre très brillante, il vient d'entamer depuis quelque semaine une belle carrière commerciale en Amerique et en Europe. Il est à parier qu'il obtiendra encore beaucoup de succès aux prochains Oscar.
La raison de cette belle réussite réside dans le mélange, astucieux et bien équilibré, de certains motifs traditionnels dans tout bon " blockbuster ": un personnage central bien construit et aux prises avec pas mal de difficultés qui lui entravent la voie, beaucoup d'action, un peu de violence, des savoureuses répliques. Mélange toutefois associé, ici, à une perspective plus large et intelligente, sociale et politique, qu'on rétrouve en général dans de films qui ne sont pas forcemment " grand spectacle " mais font appel à un public plus averti. Le Joker est moins, dans ce film, le masque classique qu'on connait, un homme cérébralement dérangé qui devient un criminel, que une victime de la société, un produit de notre époque bien difficile où le clivage entre les richissimes et les couches défavorisées se fait de plus en plus important et les moins favorisés ont bien du mal à saisir les maigres opportunités qui leur sont réservés. Son fou rire déchainé et soudain est, à ce regard, le témoignage poignant d'une existence tragique et un bien sinistre avertissement pour nous tous.
Mais il ne faut pas s'imaginer qu'il s'agisse d'une oeuvre quelque peu rhétorique et ennuyeuse. Ceux qui iront la voir découvriront un scénario bien ficélé, écrit par de très bons professionels, un film passionant à chaque instant. " Joker " est toujours éblouissant du point de vue aussi purement visuel, avec pas mal de plans à vous couper le souffle, un accomplissement d'une splendeur formelle et d'une évidence plastique dignes des meilleurs films d' Hollywood d'antan. Le metteur en scène ( et co-scénariste ) Todd Phillips était jusqu'ici mieux connu pour ses comédies légères (" The Hangover") mais il démontre ici une aisance et un style unsoupconnés. En lui réconnaissant une bonne partie du mérite de la réussite du film il ne faudra néanmoins pas oublier l'interprétation de Joaquim Phoenix, un " Joker " au jeu très subtil, très interiorisé , un clown triste classique, de toute évidence , mais capable de vous prendre aux tripes et de vous bouleverser carrément. A voir absolument.
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" Joker " a gagné en septembre dernier, à la " Mostra " de Venise, le Lion d'or pour le meilleur film. Fort bien accueilli par le public en salle et considéré par la critique, pour une fois unanime, une oeuvre très brillante, il vient d'entamer depuis quelque semaine une belle carrière commerciale en Amerique et en Europe. Il est à parier qu'il obtiendra encore beaucoup de succès aux prochains Oscar.
La raison de cette belle réussite réside dans le mélange, astucieux et bien équilibré, de certains motifs traditionnels dans tout bon " blockbuster ": un personnage central bien construit et aux prises avec pas mal de difficultés qui lui entravent la voie, beaucoup d'action, un peu de violence, des savoureuses répliques. Mélange toutefois associé, ici, à une perspective plus large et intelligente, sociale et politique, qu'on rétrouve en général dans de films qui ne sont pas forcemment " grand spectacle " mais font appel à un public plus averti. Le Joker est moins, dans ce film, le masque classique qu'on connait, un homme cérébralement dérangé qui devient un criminel, que une victime de la société, un produit de notre époque bien difficile où le clivage entre les richissimes et les couches défavorisées se fait de plus en plus important et les moins favorisés ont bien du mal à saisir les maigres opportunités qui leur sont réservés. Son fou rire déchainé et soudain est, à ce regard, le témoignage poignant d'une existence tragique et un bien sinistre avertissement pour nous tous.
Mais il ne faut pas s'imaginer qu'il s'agisse d'une oeuvre quelque peu rhétorique et ennuyeuse. Ceux qui iront la voir découvriront un scénario bien ficélé, écrit par de très bons professionels, un film passionant à chaque instant. " Joker " est toujours éblouissant du point de vue aussi purement visuel, avec pas mal de plans à vous couper le souffle, un accomplissement d'une splendeur formelle et d'une évidence plastique dignes des meilleurs films d' Hollywood d'antan. Le metteur en scène ( et co-scénariste ) Todd Phillips était jusqu'ici mieux connu pour ses comédies légères (" The Hangover") mais il démontre ici une aisance et un style unsoupconnés. En lui réconnaissant une bonne partie du mérite de la réussite du film il ne faudra néanmoins pas oublier l'interprétation de Joaquim Phoenix, un " Joker " au jeu très subtil, très interiorisé , un clown triste classique, de toute évidence , mais capable de vous prendre aux tripes et de vous bouleverser carrément. A voir absolument.
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